Mai nessuno scrittore si è spinto tanto in profondità nell’abisso umano quanto Dostoevskij. Dostoevskij vede l’abisso – e dall’abisso si lascia vedere, coraggiosamente, traendo da questo sguardo terribile nuova forza per la propria fede, in Cristo e nell’uomo -, lo esplora e giunge al fondo dell’essere, nel luogo più profondo, buio e freddo della terra: il sottosuolo. Ma anche qui, in queste tenebre più nere della notte, può risplendere la luce. L’uomo ha in sé l’abisso, il sottosuolo, ma anche la luce. Persino un assassino come Raskol’nikov può risorgere.