I taccuini di Tarrou – 6

Alla consapevolezza dell’assurdità della vita e della necessità del dolore corrisponde sempre una reazione. Dostoevskij reagisce individuando nella sofferenza l’unica via verso la felicità e abbracciando incondizionatamente Cristo; Tolstoj abbracciando Dio; Leopardi e Michelstaedter concependo coraggiosi ideali di resistenza e persuasione; Stirner esaltando la propria volontà; Nietzsche pronunciando un assoluto sì alla vita; Camus facendo dell’assurdo un’opportunità sulla quale basare la propria etica della rivolta ecc. Persino Mainländer, l’unico vero filosofo del suicidio nella storia del pensiero occidentale moderno, lega l’annientamento di sé a un’immagine positiva, luminosa, quella della redenzione. Non c’è mai una resa al nulla e alla sofferenza.

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