L’estate africana – perché ormai la nostra è un’estate africana – puzza. Esalano ovunque, alimentati dal calore insopportabile, da quel sole violento che acceca e brucia senza pietà come un tiranno invincibile, i miasmi della terra che muore e imputridisce, miasmi che soffocano e avvelenano i polmoni e la vita e ti contagiano, ti rendono un cane rabbioso e sofferente che vorrebbe strapparsi di dosso la pelle per trovare un po’ di refrigerio. L’estate è la stagione del dolore e della morte, tra tutte le stagioni probabilmente quella più simile alla vita dell’uomo. Anche per questo motivo la detesto tanto.