Mentre sfogliavo L’idiota in cerca delle parole del principe Myškin sulla pena di morte, accarezzando le pagine ingiallite, macchiate, sentendo il loro profumo d’antico, ho capito che io nei libri di Dostoevskij mi sento a casa.
Questo pensiero, chissà perché, mi ha commosso, e i miei occhi si sono inumiditi di lacrime.