In quel terribile e funereo microcosmo dominato dal destino che sono Le affinità elettive, all’uomo è concesso di rivendicare ed esprimere la propria volontà e la propria libertà soltanto attraverso il suicidio, peraltro nella sua forma più estrema, lasciandosi morire di fame (la pistola potrebbe pur sempre incepparsi e la corda spezzarsi). Ora, se al destino sostituiamo il caso e al romanzo di Goethe la vita, otteniamo una legge dell’esistenza umana universalmente valida.