Perché dovrei avere il dovere di vivere, di esistere quando nessuno mi ha domandato se volessi nascere oppure no? Io vivo, io esisto soltanto per non uccidere, con la mia, almeno altre due vite, e basta. Non è la paura (di che cosa, del niente?), né la speranza a tenermi ancora in vita, ma l’empatia, o qualcosa di simile, e un maledetto senso di colpa preventivo, puramente immaginario, ma reale e tangibile come un fatto. Nella mia sensibilità potenziata tutti i sentimenti, tutte le impressioni sono reali e tangibili come fatti. Per questo motivo sono così stanco, così spossato; per questo motivo ho la sensazione sgradevolissima di aver vissuto centinaia e centinaia di vite da quando sono venuto al mondo, quasi una ogni giorno. Sulle mie spalle troppo esili porto il peso di secoli.