I taccuini di Tarrou – 444 – Tutto o niente

Ha ragione padre Paneloux quando, nella sua eretica omelia, dichiara che dinanzi alla morte di un bambino bisogna ricorrere alla «somma virtù» del tutto o niente, e tra il tutto e il niente scegliere. Nell’impossibilità di scegliere il tutto, ovvero Dio, e accettare dunque il suo mondo, che ammette e giustifica l’assurda morte dei bambini, è necessario scegliere il niente, che non significa permettere all’uomo di perpetrare il male, come fa Ivan Karamazov, ma ricondurlo alla sua tragica condizione, al suo destino mortale, al dolore inestinguibile, alla miseria e all’assurdità. È questa l’unica vera via verso la salute e, soprattutto, l’innocenzaPotersi dire innocente: dovrebbe essere questo uno degli scopi principali, se non il principale in assoluto, dell’uomo.

In questo senso, la filosofia di Carlo Michelstaedter non è una filosofia del suicidio (di filosofo del suicidio ne è esistito realmente uno solo, Philipp Mainländer), ma della consapevolezza.

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