I taccuini di Tarrou – 427

Ripenso a Nido di nobili di Turgenev. Nella sua straordinaria sensibilità poetica e spirituale, Michalevič sa perfettamente che nessuna esortazione può ricondurre Lavreckij alla vita e all’attività, ma soltanto l’amore, l’amore di una creatura «pura» e «celestiale». Michalevič dimostra così di aver compreso appieno la condizione in cui versa Lavreckij e la sua natura di uomo superfluo.

Per me è lo stesso, e alla ricerca di questa creatura ho dedicato tutta la vita. Non ho trovato colei che cercavo, e ormai non ho più alcun dubbio sulla sua inesistenza. Non c’è amore per me in questo mondo, dunque non c’è resurrezione né salvezza. Non c’è grazia. Sono condannato a infracidire nella mia solitudine, nel mio dolore, nella mia disperazione.

Il mio destino è segnato. Devo solo trovare la forza e il coraggio di affrontarlo, di guardarlo dritto in faccia e sostenerne lo sguardo terribile e beffardo.

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