Ho detto a mia madre che Dostoevskij ha sempre ragione, che tutto quello che scrive dell’uomo, nel bene e nel male, è giusto e vero, e che nei suoi libri ci siamo tutti, anche se non lo sappiamo. Poi le ho raccontato le sue traversie, le sue sofferenze, la condanna a morte, l’esecuzione-farsa, i lavori forzati, la morte della prima figlia, Sonja, e mia madre ha risposto: «Ecco perché Dostoevskij ha sempre ragione, perché tutto quello che scrive dell’uomo è giusto e vero». È proprio così.