La caduta è un libro così denso di riflessioni illuminanti (dal punto di vista filosofico-morale è forse il romanzo più ricco di Camus), che sto impiegando molto più tempo del previsto a leggerlo, studiarlo, analizzarlo. Sarà pure un libro di poche pagine, ma le parole superflue, dunque trascurabili, sono ridotte al minimo, se non assenti del tutto. La caduta è uno di quei testi in cui è davvero difficile sottolineare qualcosa, prendere una frase, un’idea e farla risaltare su tutto il resto, perché l’intero libro risalta da sé. Ci sono testi lunghi centinaia e centinaia di pagine che è possibile compendiare in poche righe, e testi brevi come La caduta che richiedono interi quaderni tra ciò che esprimono e ciò che ispirano. La caduta riporta alla luce la coscienza, la risveglia dove essa è colpevolmente assopita, la illumina dove essa è viva e vegeta, fin quasi ad accecarla.