Vorrei tanto poter parlare sinceramente a mia madre, poterle mostrare la mia testa e il mio cuore, poterle spiegare che questa vita inconsueta, inconcepibile, impossibile, dai tratti ascetici, diversa da quella dei miei coetanei, completamente priva di prospettive future, è tutto ciò che le posso dare, e che l’unica alternativa a questa condizione è la morte. Sarebbe bello, consolante, poter contare sulla sua comprensione e la sua assoluzione, grazie alle quali mi sentirei leggero e sereno come mai prima. Ma so che se le mostrassi la mia essenza, se le rivelassi ciò che mi porto dentro e che mi distrugge, giorno dopo giorno, come un’invisibile e silenziosa malattia mortale, proverebbe soltanto paura.
Tra tutti gli aspetti negativi che caratterizzano la mia esistenza, l’incomprensione e il silenzio sono quelli che mi addolorano di più, soprattutto in relazione a quei legami affettivi che mi costringono, mio malgrado, a restare in vita.
