Inizio a rendermi conto che queste riflessioni sono un tentativo inutile, disperato, dunque sciocco, di dare forma e senso a ciò che una forma e un senso non l’ha né l’avrà mai: la mia condizione di fine-vita-in-vita, la mia condizione di puro e libero essere giunto all’estremo limite, al muro dell’esistente. Un tentativo dovuto alla troppa lucidità, perché purtroppo non provo stordimento che per pochi attimi. La mia è una follia al contrario, una follia della chiarezza, della lucidità, della consapevolezza. Solamente facendo l’amore con Cristina sono riuscito, negli ultimi tempi, a obliarmi almeno per qualche istante. Sarebbe un buon motivo per tornare da lei, nonostante tutto, o meglio, nonostante il niente.