L’oblio è l’unico mezzo a disposizione dell’uomo per rendere l’esistenza sopportabile. Ci sono molti modi per raggiungerlo: attraverso il lavoro (Martin nel Candide di Voltaire), il culto della memoria (Proust), l’amore (Raskol’nikov e Myškin), la fede, in Dio (Sonja, Makar, Zosima) o in se stessi (Stirner e Nietzsche), il viaggio (Bardamu-Céline), il vizio (i Golovlëv), persino la morte (Mainländer). Ma esistono individui maledetti dal caso ai quali non è concesso obliarsi. Per loro – per noi – la vita è un incubo senza fine.