La guerra è immanente alla politica. Parlare di pacifismo all’interno di un contesto politico è ridicolo e ipocrita, così come è miope confondere i due piani, giudicarli secondo lo stesso criterio. Solamente l’uomo di spirito, impolitico ha il diritto di parlare di pace, che resterà sempre relegata nella dimensione utopica fino a quando sarà un ordine politico, che prevede governi e stati, a dominare il mondo, un ordine in cui il male è ritenuto lecito ed elevato a sistema. Ripeto ciò che ho già scritto in questi taccuini: l’illusione della pace è possibile solo fino a quando essa rappresenta per i potenti, per i tiranni (ogni potente è un tiranno) un affare più vantaggioso della guerra. Se un potente intravede nel conflitto un’opportunità di guadagno, non esiterà a mandare al massacro migliaia di suoi simili.
Qualcuno potrebbe attribuirmi l’etichetta di anarchico; in realtà, in questo mondo, sono soltanto un uomo dell’utopia.