Leggere la biografia di Michelstaedter è stata un’esperienza emotivamente impegnativa, molto più di quanto immaginassi. Chi è come lui si sente continuamente chiamato in causa: Carlo così, e tu?, ci si domanda. Ciò perché nel dramma di Michelstaedter non c’è grandezza. La sua tragedia è una tragedia umana, che ci riguarda direttamente. Non ci sono filtri, non ci sono mediazioni. Michelstaedter non è un artista, non è uno scrittore, un poeta, un filosofo (lo diverrà dopo, molto tempo dopo), ma semplicemente un uomo, meglio, un ragazzo, semplicemente Carlo. Per questo motivo lo sento così vicino e così simile a me, come nessun altro autore forse.