Sono una rovina. Tutto in questi ultimi sette, otto mesi è andato distrutto, distrutto per sempre, tutto. Eppure, in questa devastazione senza fine, senza nome, in questo cumulo di macerie e di polvere spazzata via da un vento gelido e spietato come una lama, un sogno ancora resiste, e mi culla ogni notte: il sogno di addormentarmi e di non svegliarmi più, di chiudere gli occhi e non aprirli più, di morire nel sonno, dolcemente, serenamente, senza violentarmi.
