Credo che un critico letterario debba essere consapevole anzitutto della relatività delle proprie interpretazioni. Tutte le interpretazioni sono giuste, tutte, al tempo stesso, sbagliate. Una regola che vale forse in generale nella vita e non solo in relazione a un testo letterario. Ad ogni modo, il critico che si ritiene unico depositario della verità scivola immancabilmente nell’errore, e tra tutte le interpretazioni sbagliate la sua sarà in assoluto la più sbagliata.