Talvolta sento dentro di me un irrefrenabile bisogno di onnicomprensione. Vorrei comprendere tutti i miei libri, ma non come li comprendo di solito, bensì interamente, in una condizione di sapienza definitiva. Allora li afferro uno per uno, ne leggo qua e là delle frasi, magari neppure importanti, soltanto per stimolare un ricordo, e nel frattempo mi sembra d’impazzire, di naufragare in un oblio cerebrale frutto dell’insoddisfazione. Vorrei che niente andasse perduto, ma se anche riuscissi in questo, cosa cambierebbe? Nulla, ed è proprio questa consapevolezza a ricondurmi alla ragione.