I taccuini di Tarrou – 357

Questa notte ho sognato Lei, e non accadeva da tanto tempo. Abbiamo sorvolato, a bordo di una mongolfiera, un paesaggio ignoto, dalla vegetazione ricca e variopinta. C’erano anche molte case, dai tetti arancioni. Avevo paura di guardare in basso, perché soffrivo di vertigini, e ogni volta che guardavo giù mi sentivo mancare. Lei provava lo stesso malessere e ci siamo scambiati un sorriso di solidarietà. Questa è la prima parte del sogno.

Nella seconda parte eravamo in una stanza, davanti a uno specchio, e c’erano dei bambini con noi. Io ero alle sue spalle e la abbracciavo, cingendola alla vita. Il suo ventre era gonfio: dentro di sé portava una nuova vita, già da qualche mese. Le ho domandato se fosse incinta e Lei mi ha risposto di sì, con un sorriso imbarazzato, come se provasse vergogna. La sua risposta mi ha spezzato. I miei occhi si sono riempiti di lacrime, ma non ho smesso di stringerla a me, anzi. Tentando di soffocare il pianto, le ho annunciato che avrei detto le mie ultime parole e poi sarei sparito per sempre. Ero di troppo nella sua vita. A quel punto in Lei è avvenuto un brusco mutamento. Il suo volto ha assunto un’espressione dura, di rabbia e persino d’odio, e ha iniziato a rimproverarmi, ad accusarmi, ma non so di cosa. Eppure non ha sciolto l’abbraccio, né l’ho fatto io, che intanto ero scoppiato a piangere, come un bambino. Ci guardavamo attraverso lo specchio.

Non smetterò mai di abbracciarla, nonostante tutto, così come Lei, nonostante tutto, non smetterà di lasciarsi stringere da me. Probabilmente non ci scriveremo, non ci parleremo, non ci vedremo mai più, ma non smetteremo di abbracciarci. Niente potrà sciogliere il nostro legame. Lei di certo mi ha già dimenticato, ma questo non cambia niente. La sua parte più profonda, abissale è legata a me per sempre.

È curioso che mi abbia visitato in sogno proprio in questo momento. Da diversi giorni pensavo ad altre donne. Due in particolare: il mio primo amore e una giovane sconosciuta notata in strada qualche giorno fa, la cui bellezza mi ha rapito. Sognandola in questo momento, è come se avessi ricordato a me stesso di non poter appartenere più a nessun’altra donna, neppure nel pensiero. Lei è tutto, è sempre stata tutto, ancor prima che la conoscessi, e le donne amate prima di Lei erano sempre e soltanto Lei, semplicemente con una forma diversa. Ora che conosco la sua, di forma, non ho più la possibilità d’illudermi, d’immaginare la mia vita accanto a un’altra donna. 2 settembre

I taccuini di Tarrou. Un altro anno di resistenza , , , ,

Informazioni su Simone Germini

Classe 1989, dopo il diploma di liceo scientifico mi iscrivo alla facoltà di Lettere presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza, dove mi laureo nel luglio del 2015 con la tesi «Figlie della crisi. I personaggi femminili di Heinrich von Kleist», pubblicata sulla rivista «Le rotte - Il porto di Toledo». Sempre presso lo stesso ateneo, nel settembre del 2017, conseguo la laurea magistrale in Filologia Moderna, con la tesi «Con le parole guerra alle parole. Linguaggio e scrittura in Carlo Michelstaedter». Dal 2012 al 2018 sono stato caporedattore del blog «Freemaninrealworld». Insieme con Lorenzo Pica, Raffaele Rogaia e Marco Zindato ho fondato il sito iMalpensanti.it. Sul blog «Bazzecole» i maldestri tentativi di scrittura creativa. Per info e contatti simonegermini@yahoo.com.

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