Quando un uomo inizia a ritenersi l’unico responsabile dei propri fallimenti, ma sul serio, con tristezza e rassegnazione, in silenzio, lì è l’origine del suicidio. Anche l’ultima barriera, la più ostinata, quella dell’amor proprio, è crollata, e non c’è più nulla che divida l’uomo dall’abisso. Basta un colpo di vento più forte del consueto, o una crepa nel terreno, mai così fragile, per farlo precipitare nel nulla. L’uomo privo di amor proprio non è più fatto di carne e ossa, ma di cristallo, e può bastare uno sguardo a mandarlo in frantumi.