La consapevolezza del dramma umano, della condizione irrimediabilmente tragica dell’essere umano, può distruggere un individuo, ma può salvare l’umanità. È questa la ragione dell’attività letteraria e filosofica di Leopardi, di Dostoevskij, di Michelstaedter. Soltanto nel dramma gli uomini si riconoscono per quello che davvero sono: tutti uguali. Tutti mortali, e miserabili, e inutili allo stesso modo. Non c’è niente, niente che possa permettere a un uomo di ritenersi migliore di un suo simile. Non c’è niente, niente che dia a un uomo il diritto di disporre della vita d’un suo simile. Non c’è legge, non c’è ideologia che lo consenta. È questo il senso della rivolta.