Prigioniero della vita, conosco quello stato di sospensione, di astrazione temporale vissuto da Meursault. Anche nel mio isolamento, nel mio angolo inaccessibile agli altri, dilaga sempre, «incessantemente» lo stesso giorno. Non c’è più un oggi, né un ieri e neppure un domani. C’è soltanto un eterno momento e una meta – la morte –, vicina, tangibile, e al tempo stesso dannatamente irraggiungibile.