Operette tumorali – Dialogo di Amore e di Psiche

Ah, povera Psiche! Così incauta… Una goccia dell’olio che alimenta la lampada che ella ha utilizzato per fare luce e scoprire così le fattezze dell’amante, è caduta proprio sul corpo etereo di Amore, che si è svegliato, con un sobbalzo, e ha gettato un grido.
I due si guardano. Psiche ha un’espressione spaventata sul volto, resta immobile al centro della stanza. Amore invece, seduto ancora sul letto, ha uno sguardo da fiera. Psiche prova rimorso, Amore una rabbia feroce, che lo rode nel profondo. I suoi occhi lampeggiano, e sembra quasi che voglia avventarsi sulla poveretta.

AMORE Noi avevamo un accordo…

Amore non parla, ma ringhia, ringhia come un cane da guardia dinanzi ad un estraneo.

PSICHE Io… io… le mie sorelle…

Psiche balbetta. La paura provoca tremore su quelle belle membra, che ora ad Amore sembrano così ripugnanti. Tremore che si comunica sulla lingua della donna.

AMORE Ah! Le tue sorelle… quelle deficienti! Credevo che tu avessi un briciolo di cervello più di loro, ma ecco che ti sei rivelata per quella che davvero sei: una bambola, e poco altro.
PSICHE Loro… loro mi avevano detto che tu eri un mostro. E invece… invece, per tutti gli dei, sei bellissimo…
AMORE Lo so, sciocca. Non c’è mica bisogno che tu me lo dica.
PSICHE Sì, sono stata tanto tanto sciocca…

Psiche si avvicina ad Amore, dopo aver posato la lampada sul comodino tende la mano tremante verso il dio, ma lui la scaccia via, con stizza.

AMORE Via da me, sciocca!
PSICHE Non puoi tu perdonarmi, mio caro?
AMORE Perdonarti? Come posso perdonarti? Con chi credi di avere a che fare? Io sono Amore, un dio!, mica un ometto qualunque.
PSICHE Vuoi che spenga la lampada, mio dio?
AMORE E a cosa servirebbe ormai? Il danno l’hai fatto. Ah, come sei sciocca.
PSICHE Sì, sono sciocca… sono tanto tanto sciocca.

Psiche scoppia a piangere. Si copre il volto con entrambe le mani per la vergogna.

AMORE Per tutti gli dei… in che razza di situazione mi sono ficcato. Maledetto il giorno in cui mi sono trafitto da me. Mia madre me lo dice sempre: sei troppo distratto, Amore, troppo distratto! Dovrei stare più attento. Eh ma… ora ho imparato la lezione. Non armerò mai più un arco puntandolo verso il basso.

Psiche intanto piange con ancora maggior violenza, e i singhiozzi della poveretta feriscono le orecchie delicate di Amore, che reagisce con fastidio e rabbia a quel piagnisteo.

AMORE Smettila, Psiche! I tuoi singhiozzi sono più insopportabili di coltellate!
PSICHE Tu… sei così cattivo… perché non vuoi avere pietà di colei che ti ama alla follia? Va bene, ho sbagliato, ho infranto il nostro accordo, ma non è stata colpa mia. Quelle invidiose delle mie sorelle mi hanno soggiogata. Che ne potevo sapere io che eri così bello, bello come un dio?
AMORE Io sono un dio!
PSICHE Sì, sì… tu sei il mio dio!

Psiche si getta ai piedi di Amore.

AMORE Ma guardati… ti comporti come un cane.
PSICHE Sì, come un cane, se lo desideri posso essere il tuo cane.
AMORE Ah, che strazio! Ma non ti bastava godere ogni notte? Voi donne non vi accontentate mai. Vi si dà un dito e volete tutto il braccio, vi si dice a e volete tutto l’alfabeto.
PSICHE Perché noi vogliamo sempre tutto, non ci accontentiamo mai di un pezzetto.
AMORE Male, Psiche, molto male! Così non sarete mai davvero felici.
PSICHE Noi non siamo nate per essere felici.
AMORE Cos’è che hai detto?
PSICHE Che noi donne non siamo nate per essere felici.
AMORE Uhm… allora non sei poi così tanto sciocca.

Amore, colpito dall’ultima frase di Psiche, la rialza da terra e la mette a sedere sul letto, poi inizia a camminare su e giù per la stanza. Psiche lo ammira e sorride, rassicurata dal gesto dell’amato. Amore è pensieroso, rimugina tra sé.

PSICHE Che hai?
AMORE Sono stato io lo sciocco. Prima a credere che il nostro accordo sarebbe potuto durare in eterno, poi a chiamare te sciocca.
PSICHE No, io sono davvero sciocca. Mi sono fatta abbindolare come una bambina credulona.
AMORE Non dire più così, Psiche, non essere ingiusta con te stessa. Dovevo immaginarlo… Se io, che pure ti conoscevo, avevo la tentazione ogni notte di accendere il lume, come potevi non averla tu? Ah, che errore madornale ho commesso.
PSICHE Ma niente è perduto, Amore. Possiamo far finta che non sia successo niente.
AMORE No, Psiche, questo non è possibile.
PSICHE Perché?
AMORE Perché io ho un ruolo da rispettare e una reputazione da preservare. Se si venisse a sapere che, nonostante quello che è successo stanotte, io non ho preso provvedimenti, mi riderebbero dietro. Non posso permetterlo. E poi c’è quella bisbetica di mia madre…
PSICHE Come puoi dire delle cose simili? Chi ama non si lascia condizionare dai ruoli, dalle reputazioni.
AMORE Ah, Psiche… sei ancora così acerba. L’amore è sempre soggetto a delle condizioni, sempre, non c’è via di scampo. Non ti avevo forse posto una condizione nella nostra relazione?
PSICHE Quello che hai detto è orribile. Io credevo che in amore tutto fosse sincero, spontaneo. Avevo accettato la tua condizione perché non la ritenevo tale, ma solo un capriccio che prima o poi ti sarebbe passato.
AMORE L’amore è un compromesso, Psiche. Era ora che anche tu lo sapessi. Almeno questa notte sei cresciuta.
PSICHE E ora?
AMORE Ora devo andare. Addio, Psiche.
PSICHE No, fermati! Almeno altri cinque minuti!

Ma Amore scuote le ali e spicca il volo, uscendo fuori dalla finestra. Psiche si affaccia e lo vede svanire velocemente nella notte. Serra i pugni, digrigna i denti, impreca contro le sue sorelle, che l’hanno privata di Amore, il bene più grande che è concesso all’uomo – almeno così crede lei -, medita la vendetta. Questo suo stato guerresco dura però solo pochi secondi. Di nuovo sente il pianto affiorarle in gola e si getta sul letto, mentre la lampada, esaurito l’olio, si spegne.

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Informazioni su Simone Germini

Classe 1989, dopo il diploma di liceo scientifico mi iscrivo alla facoltà di Lettere presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza, dove mi laureo nel luglio del 2015 con la tesi «Figlie della crisi. I personaggi femminili di Heinrich von Kleist», pubblicata sulla rivista «Le rotte - Il porto di Toledo». Sempre presso lo stesso ateneo, nel settembre del 2017, conseguo la laurea magistrale in Filologia Moderna, con la tesi «Con le parole guerra alle parole. Linguaggio e scrittura in Carlo Michelstaedter». Dal 2012 al 2018 sono stato caporedattore del blog «Freemaninrealworld». Insieme con Lorenzo Pica, Raffaele Rogaia e Marco Zindato ho fondato il sito iMalpensanti.it. Sul blog «Bazzecole» i maldestri tentativi di scrittura creativa. Per info e contatti simonegermini@yahoo.com.

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