Memorie dal nulla – Prima parte. Il nulla – IX

Non è una questione d’ignoranza, ma d’incoscienza. Il contadino estraneo all’attuale sistema ultra-capitalistico è ignorante, non ha istruzione, non sa leggere e scrivere, ma ha una coscienza. La miseria, con la quale è costretto a lottare ogni sacrosanto giorno, e la sottomissione obbligata alle leggi della natura lo rendono consapevole della propria fragilità, della propria inutilità, della propria insignificanza. Lui sa.
Al contrario, l’operaio contemporaneo, avvelenato dal benessere e dall’abbondanza, non ha una coscienza, è inconsapevole. Non gli manca niente, può permettersi tutto (la macchina, il telefono di ultima generazione, l’abbonamento alla pay-tv) e questa sua opulenza lo allontana dalla verità. Egli s’illude di valere molto, di essere necessario, mentre vale zero ed è superfluo come ogni suo acquisto.
L’umanità si divide tra carnefici e vittime, tiranni e schiavi, tra chi fa il male e lo subisce, ma l’incoscienza rende l’operaio contemporaneo (la stessa cosa vale per qualunque altra categoria di lavoratori), oltreché vittima e schiavo, complice dei suoi stessi carnefici, dei tiranni che spargono sangue e perseguono solo ed esclusivamente il proprio interesse.
Il contadino pre-moderno, definiamolo così, non ha voce, è un estraneo, un escluso, un pezzo di carne curvo sulla terra, avida del suo sudore tanto quanto della pioggia, e nient’altro. L’operaio contemporaneo no, l’operaio contemporaneo, grazie al regime democratico può scegliere i governi, grazie ai social networks può dire e persino divulgare la propria opinione su qualunque argomento. Questa sua libertà, solo apparente e falsa, lo rende un complice, moralmente inferiore al contadino rozzo e ignorante.
– Non vorrei essere nemmeno un signore, nemmeno un padrone. Per quello che capisco io, l’uomo è sempre stato male, fin dai tempi di Adamo, – dice il contadino pre-moderno. L’operaio contemporaneo non potrebbe mai concepire un simile pensiero.
La politica si riduce a una scelta: fare il male oppure subirlo. L’individuo che entra in politica, a qualsiasi livello, decide di fare il male, quello che invece si limita al ruolo di elettore a subirlo, e mentre in passato l’impossibilità di esprimere la propria volontà era garanzia d’innocenza, oggi, nei regimi democratici, recandosi alle urne lo schiavo legittima i propri tiranni. Votandoli dice loro: fate di me quello che volete.
È sorprendente l’ingenuità dell’elettore, una suprema manifestazione d’incoscienza. Ma come potete pensare che i politici, varcata la soglia di un’istituzione, facciano il vostro interesse e non il proprio? Ognuno di voi si fa partigiano di un’ideologia, ne parla a lavoro, nei social networks, si accalora, si accapiglia con chi la pensa in un altro modo, insulta, minaccia di morte e fa l’interesse dei potenti. Invece di destituirli li legittima, giustificando e autorizzando le loro malefatte, i loro intrallazzi privati. Vi credete menti illuminate e invece non fate altro che assecondare i vostri carnefici, che se ne fregano di voi, che vi usano come carne da macello.
Diversi anni fa, durante una protesta generale contro il ministro dell’istruzione, che coinvolgeva tutte le scuole e le università italiane, alcuni pseudo-comunisti da quattro soldi, figli di papà che avevano denari per fare una guerra, andavano in giro trasandati per scelta e non avevano mai preso una zappa in mano, tentarono d’impedirmi di entrare nella facoltà di Lettere e di seguire le lezioni. Dissi loro che non avevo alcuna intenzione di scendere in piazza e farmi sfruttare dall’opposizione, perché questo sarebbe accaduto.
– Ma davvero pensate di ottenere qualcosa? Davvero pensate che ai politici interessi il vostro bene? Ma per favore, siete più ingenui dei bambini. Non tarderanno a farsi vivi, manifesteranno al vostro fianco e vi useranno. Io preferisco studiare e perfezionare la mia coscienza. Anche perché, rispetto a voialtri, che andate in giro trasandati per scelta e non per necessità, io non posso permettermi di andare fuori corso, – spiegai loro.
Per poco non venimmo alle mani, qualcuno mi diede persino del fascista, a me, che sognavo un’umanità libera in un mondo libero, ma nel parapiglia riuscii a sgattaiolare in facoltà. Questi miserabili dimostrano che non è una questione d’ignoranza, ma d’incoscienza, che si può avere dieci lauree, ma se non si ha una coscienza si è infinitamente più in basso di un contadino.
Nella mia consapevolezza, salvo la parentesi anarchica, sono sempre stato refrattario a qualunque ideologia. Odio i sovranisti e i neo-fascisti tanto quanto gli ambientalisti imberbi e gli umanitaristi. I primi li odio di più perché il loro scopo è distruggere la libertà individuale, il nostro bene più grande, ma anche i secondi mi avvelenano il sangue. La svolta green caldeggiata dagli ambientalisti non prevede altro che la sostituzione di un sistema capitalistico con un altro sistema capitalistico, mentre gli umanitaristi si danno da fare per salvare vite quando la morte di un uomo è l’unico vero affare per l’umanità e per questa terra. Solamente i bambini meritano di essere aiutati e pianti, perché sono gli unici innocenti. Purtroppo con l’adolescenza diventiamo tutti delle carogne e a questo processo di degradazione non c’è scampo.
Né la destra né la sinistra sono autentiche affermazioni d’individualità. Entrambe si fondano su pregiudizi, luoghi comuni, e mentre la prima si riduce a una rettorica del male che mi domando come possa essere ammessa dopo gli orrori nazi-fascisti del secolo scorso, la seconda si riduce a una rettorica del bene che è quanto di più ipocrita possa esistere.
La politica è quanto di più sporco e disonesto esista al mondo. È sempre stato così e così sarà per sempre. Per questo motivo Cristo ha rifiutato di legarsi al movimento indipendentista palestinese che lo voleva con sé: a Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio. Se lo avesse fatto sarebbe vissuto più a lungo, come ogni politico avrebbe imparato l’arte del compromesso, dell’intrallazzo e si sarebbe preservato. Il genere umano avrebbe perduto il più grande uomo della sua storia, colui che rappresenta, almeno in teoria, l’unica vera alternativa al nulla.
Sì, sono più cristiano io che tutti quegli uomini e quelle donne di chiesa che dicono di credere in Dio e poi giudicano con disprezzo un essere umano che ha deciso di abortire o che ha la pelle di un colore diverso dal bianco.

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