Scorrono via i giorni, i mesi, le stagioni e nulla cambia, perché nulla può cambiare. Non c’è un solo giorno, uno solo in cui non pensi a Lei, almeno per un momento. Lei non è più solo Lei, Lei è anche me, è parte della mia sostanza, e la parte più terribile e luminosa. Non ho mai conosciuto una persona che mi sia entrata dentro come ha fatto Lei, assorbita dal mio spirito e dalla mia carne. E proprio nel momento della separazione, dell’addio, del lutto, Lei si è legata indissolubilmente a me, alla mia esistenza, alla mia sostanza. Ciò che avrebbe dovuto dividermi da Lei, mi ha unito a Lei per sempre. Ritrovare la serenità perduta rimuovendola sarebbe inutile e sciocco, non servirebbe a niente. Devo imparare a convivere con Lei, con il suo spettro, che mi appare ogni giorno più vivo, come il malato deve imparare a convivere con la malattia per non soccombere.
Lei, bellezza del mondo, sostanza di luce, mi ha resuscitato come Tamara resuscita il Demone di Lermontov. Dopo averla perduta, sono morto definitivamente.
