I taccuini di Tarrou – 75

Ho scoperto presto, troppo presto quella che Tolstoj, nella Confessione, definisce «l’unica verità certa accessibile all’uomo»: l’assurdità della vita. Non sono stato così coraggioso, forte e coerente da uccidermi (mai per me stesso, sempre per gli altri, per i miei cari) e ho cercato conforto nell’amore, nello studio, nella creazione. Ho fallito in tutti e tre gli ambiti, sistematicamente, e questa sopravvivenza forzata mi ha condotto infine a una dimensione esistenziale di solitudine, dolore e disperazione totali, in cui non c’è più alcuna differenza tra vivere e morire. Permango ormai da mesi in questo niente, senza più nulla da desiderare, da conquistare, da prendere e da perdere. Semplicemente sono, semplicemente persisto, nel senso più elementare del termine, e vivo in un unico, interminabile giorno la mia fine.

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