Distrutta, in parte mio malgrado, lo confesso, ogni ambizione, ogni speranza, ogni fede, ogni aspettativa verso me stesso e l’intero genere umano, la mia esistenza è diventata ormai un puro permanere, senza scopo, senza volontà, senza avvenire. Una sorta di eterno presente è la mia dimensione, e non c’è più un’impressione esteriore, un istante, un riflesso, un odore, un colore che lasci una traccia, almeno una traccia dentro di me. Tutto ciò che è fuori brucia nello stesso attimo in cui si presenta alla mia coscienza e svanisce nel nulla senza segnarla. Fino a qualche mese fa tentavo di afferrare queste impressioni, di farle mie, di conservarle, di portarle con me; ora lascio che si dissolvano nel niente, come se non esistessero, inconsistenti, insignificanti come noi tutti.