I taccuini di Tarrou – 394

Trovo disgustoso il sensazionalismo catastrofico del giornalismo televisivo italiano, che si manifesta in ogni argomento, dalla guerra alle calamità naturali. Non è la notizia in sé, ci mancherebbe, ma il modo, il tono, la narrazione: si normalizza e, soprattutto, spettacolarizza l’apocalisse. A tal proposito, proprio non capisco come si possa parlare di guerra nucleare con tanta leggerezza, con tanta naturalezza, come si possa annunciare l’Armageddon e poi, dopo cinque minuti, tornare a fare quello che si fa sempre.

Per l’ennesima volta, sono costretto a constatare come, nel nostro sistema di sovra-informazione, dunque dis-informazione, perché un’informazione permanente porta necessariamente alla distorsione, le parole non abbiano più alcun significato. Se ne utilizzano a migliaia ogni giorno, ogni ora, persino ogni minuto, ma senza coscienza. Insomma, si parla senza dire niente, come profetizzato da Michelstaedter, e l’indifferenza con la quale accogliamo espressioni del tipo “guerra nucleare” lo dimostra perfettamente.

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