I taccuini di Tarrou – 350

A livello espressivo, e mi riferisco in particolar modo all’Ulisse, Joyce giunge all’estremo limite della creazione letteraria, oltre il quale è il silenzio e il nulla. Ribadisco ciò che ho già scritto altrove: dopo l’ultimo capitolo dell’Ulisse, o si compie l’ultimo passo e si sprofonda nel silenzio, come fa Joyce stesso con Finnegans Wake, «l’ultimo delirio della letteratura prima della sua estinzione», come pare abbia definito l’opera il fratello Stanislaus, o si torna indietro, allontanandosi dal culmine della creazione letteraria. Qualcosa di analogo, ma a livello tematico e narrativo, diciamo così, avviene con Kafka: come ci si può spingere oltre Gregor Samsa e il suo dramma?

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