Clamence spera di essere arrestato per la detenzione dei Buoni giudici dei van Eyck perché spera di vedere il pannello ricongiunto al Polittico dell’Agnello Mistico ovvero la giustizia ricongiunta all’innocenza. È questa la sua più grande speranza, che sconfina nell’utopia.


Dal 1934, anno del furto, il pannello non è stato più ritrovato: la giustizia e l’innocenza sono separate per sempre. La giustizia è così congiunta solo ed esclusivamente alla colpevolezza (come, tra l’altro, sostiene anche Kafka nel Processo), ed è significativo il momento storico in cui avviene il furto dei Buoni Giudici, a cavallo tra le due guerre mondiali, nel mezzo di quel secolo breve che si configura forse come l’epoca più terribile della storia dell’uomo e mostra definitivamente, qualora ce ne fosse bisogno, la natura criminale del genere umano.
Quando Clamence dice che «non possiamo sostenere l’innocenza di nessuno, mentre possiamo sostenere a colpo sicuro la colpevolezza di tutti», enuncia una verità inconfutabile. Da ciò consegue che all’uomo non resta altro da fare che scegliere se essere più o meno colpevole, così come l’unica possibilità che gli è offerta nella vita è essere più o meno infelice. Soltanto la piena consapevolezza di ciò può salvarci, forse, dagli orrori della Storia.