I taccuini di Tarrou – 343

Clamence spera di essere arrestato per la detenzione dei Buoni giudici dei van Eyck perché spera di vedere il pannello ricongiunto al Polittico dell’Agnello Mistico ovvero la giustizia ricongiunta all’innocenza. È questa la sua più grande speranza, che sconfina nell’utopia.

Jan e Hubert van Eyck, Polittico dell’Agnello Mistico o Polittico di Gand, tra il 1426 e il 1432
I Buoni Giudici

Dal 1934, anno del furto, il pannello non è stato più ritrovato: la giustizia e l’innocenza sono separate per sempre. La giustizia è così congiunta solo ed esclusivamente alla colpevolezza (come, tra l’altro, sostiene anche Kafka nel Processo), ed è significativo il momento storico in cui avviene il furto dei Buoni Giudici, a cavallo tra le due guerre mondiali, nel mezzo di quel secolo breve che si configura forse come l’epoca più terribile della storia dell’uomo e mostra definitivamente, qualora ce ne fosse bisogno, la natura criminale del genere umano.

Quando Clamence dice che «non possiamo sostenere l’innocenza di nessuno, mentre possiamo sostenere a colpo sicuro la colpevolezza di tutti», enuncia una verità inconfutabile. Da ciò consegue che all’uomo non resta altro da fare che scegliere se essere più o meno colpevole, così come l’unica possibilità che gli è offerta nella vita è essere più o meno infelice. Soltanto la piena consapevolezza di ciò può salvarci, forse, dagli orrori della Storia.

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