I taccuini di Tarrou – 335

Come dice giustamente Clamence – del resto, molto, se non addirittura tutto, di ciò che dicono Clamence e il suo autore è dannatamente giusto -, tutti gli uomini nascondono agli altri la loro vera identità e la loro vera immagine. Io stesso non faccio eccezione a questa suprema legge dell’ipocrisia, una delle principali leggi del genere umano. In questo senso, credo che la definizione più giusta di me stesso sia “Scrittore fallito e puttaniere”, e che l’immagine più appropriata sia quella di un satiro impiccato, magari persino evirato, come il ridicolo peccatore di Baudelaire nel Voyage à Cythère. Ecco la mia squallida insegna.

E la vostra? Abbiate il coraggio di chiedervelo, una volta tanto, e di rispondere, perdio. Siete proprio certi che sia meno spregevole della mia?

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