La pace non è una condizione stabile, duratura, una conquista definitiva, permanente, ma una fase passeggera ed effimera come un temporale estivo: rinfresca per mezzora, un’ora, poi passa, svanisce nel nulla e torna il caldo, ancor più aggressivo e asfissiante di prima. Vale per l’individuo e per la storia. Ma se per la storia non c’è speranza, per l’individuo resiste sempre, in ogni caso, il conforto della rassegnazione e, nei casi più estremi, la suprema consolazione della morte.