I taccuini di Tarrou – 333

Ho smesso di credere nell’amicizia mesi fa, dopo la mia caduta. In quel momento terribile le cose, tutte le cose, mi sono apparse per quello che davvero sono, nella loro nuda, pura, orrenda essenza, e ho capito che l’amicizia è soltanto una bella parola vuota, inconsistente, un ornamento della vita privo di sostanza alla prova dei fatti. La mia solitudine, e la solitudine di tutti gli altri uomini, lo dimostra chiaramente. L’amicizia non è altro che una delle tante strategie d’evasione escogitate dall’uomo nel disperato tentativo di evadere dalla sua schiavitù quotidiana, un’illusione di legami superiori e indifferenti, disinteressati. Pensateci: a cosa si riduce l’amicizia? A una telefonata o a un incontro ogni due, tre, quattro mesi. L’amicizia è mediocre, e io detesto tutto ciò che è mediocre.

Dopo la mia caduta, ho capito che soltanto due sentimenti umani sono davvero sinceri e duraturi: l’amore di una madre per il proprio figlio e l’amore di un amante per il proprio amato, anche se quest’ultimo è così raro che inizio seriamente a dubitare della sua esistenza. Tutto il resto, amicizia compresa, è convenienza ed egoismo. Un uomo solo sarà pure in cattiva compagnia, come dice Valéry, ma almeno non resta deluso e non soffre se non a causa di se stesso. E non è poco.

P.S. Qual è stata la mia caduta? La mia separazione da Lei. Il giorno in cui Lei mi ha detto addio è crollato tutto. Un terremoto esistenziale devastante che ha distrutto tutte le illusioni, le speranze, le aspirazioni. In fondo devo ringraziarla, perché da quel maledetto giorno so davvero come stanno le cose.

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