Il compromesso e non l’amore è alla base della maggior parte delle relazioni. Ci si accontenta di ciò che capita, di ciò che il caso ci rifila, per l’incapacità di sostenere il peso della solitudine, e si tira avanti. È molto più onesto e dignitoso per se stessi e per gli altri restare soli per una vita intera piuttosto che accontentarsi della prima persona che incontriamo per strada.
Forse, come tutti i solitari, come tutti i nati-senza-amore idealizzo l’amore, ma se l’amore non è ciò che io credo sia, beh, allora non voglio amare né essere amato. Forse dell’amore ho fatto il mio Dio, inesistente dunque come tutti gli Iddii: se così fosse benedirei la mia solitudine. Ma il vero problema è che non avrò mai la possibilità di scoprirlo. Anche se, a pensarci bene, forse è una fortuna: chi saprebbe sostenere una tale delusione? Pensate se, prima di morire, un santo, che ha consacrato la sua intera esistenza alla fede, scoprisse che Dio non esiste… Sarebbe terribile. Un colpo ancor più mortale della morte stessa.