I taccuini di Tarrou – 297

Per un lettore come me, indissolubilmente legato alla dimensione morale e filosofica dell’essere, I signori Golovlëv sono un’opera per molti aspetti impressionante, a tratti persino mostruosa. Estremizzando, potremmo definire il romanzo di Saltykov-Ščedrin il romanzo del niente. A livello spirituale e intellettuale i personaggi sono completamente vuoti. In ciò risiede la grandezza di questo capolavoro assoluto della letteratura russa dell’Ottocento, originale e inedito nel canone delle grandi opere russe del XIX secolo, tanto quanto Il viaggiatore incantato di Leskov. Iuduška poi è uno dei personaggi più odiosi di questa letteratura, ai livelli di Fomà Fomič, il meschino e insopportabile Rasputin del Villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti di Dostoevskij.

Scrivere un’opera come I signori Golovlëv non richiede meno talento e genio che scrivere un’opera in cui compendiare l’intero pensiero umano.

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