I taccuini di Tarrou – 290

Non c’è niente da fare, la letteratura russa dell’Ottocento è un’altra cosa, ha un altro passo, un altro spessore, e il primo capitolo dei Signori Golovlëv, dominato dalla figura indimenticabile di Stëpka-babbeo, ne è una luminosa dimostrazione. L’ennesima.

Michail Saltykov-Ščedrin in un ritratto di Ivan Kramskoj. Kramskoj, colui che si stupì, dopo aver letto «I fratelli Karamazov», che il mondo continuasse come prima.
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