I taccuini di Tarrou – 242

Da qualche giorno, da quando, involontariamente, mi sono tornate in mente alcune delle sue memorabili parole, alle quali non pensavo più da mesi, il pensiero di Lei non mi addolora più, e credo di poter dire di aver finalmente superato il trauma della nostra separazione, avvenuta ormai quasi un anno fa, di aver elaborato e interiorizzato il lutto. Se prima fuggivo Lei, il suo ricordo, le sue parole, la sua immagine, i suoi oggetti, ora la cerco, e non devo sforzarmi affatto per ritrovarla così com’era prima che mi dicesse addio e che il dolore avvelenasse la sua esistenza. Ho tirato fuori dal cassetto della scrivania il segnalibro-origami che mi regalò quasi due anni fa, e il pensiero che Lei abbia dedicato del tempo alla sua creazione, pensando a me, che lo abbia fatto per me, mi ha suscitato un intimo sentimento di soddisfazione. È stato come stringere tra le mie mani questo piccolo dono per la prima volta.

Lei mi ha certamente dimenticato, mi ha certamente rimosso dal suo cuore e dalla sua memoria, quantomeno quella volontaria, ma ormai non ha più alcuna importanza. Io ricordo, conservo, proteggo quella Lei che un tempo è stata e che è mia, mia solamente, e non perché io me la sia presa, l’abbia rubata, ma perché è stata Lei stessa a donarmela. Quella Lei è tornata dentro di me, accanto a me. In realtà non se n’è mai andata, semplicemente, per evitare di farmi del male, avevo smesso di guardarla. Ora posso dire con relativa sicurezza, di essermi riconciliato con Lei e di aver chiuso per sempre il capitolo più drammatico della mia vita. Ciò non significa che tornerò indietro: tutto ciò che ha suscitato la nostra separazione, ovvero la mia morte spirituale, non si può cancellare e non può cambiare, ma almeno il suo ricordo non sarà più fonte di dolore. In fondo in questa storia, la nostra storia, mi sono sopravvalutato: nella sua vita sono stato soltanto un intruso che ha ricevuto da Lei molto più di quanto meritasse.

Tra di noi esisteva un’autentica affinità elettiva e non è una mia fantasia, ci sono le nostre parole a dimostrarlo. Semplicemente la vita, o meglio, il caso, ci ha fatto incontrare troppo tardi, a giochi fatti. Se ci fossimo incontrati quando avremmo dovuto incontrarci, la mia vita sarebbe cambiata radicalmente e anch’io avrei conosciuto momenti di gioia. Senza di Lei ho potuto essere soltanto più o meno infelice.

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