I taccuini di Tarrou – 241

Non mi sono mai ritenuto migliore degli altri, anzi. Non mi sono mai compiaciuto, se non per brevi e stupidi attimi, di essere come sono, non mi sono mai perdonato la mia terribile, distruttiva unicità. Sono sempre stato il mio giudice più severo e non mi sono mai graziato. Mi sono sempre sentito in colpa a causa della mia natura inconsueta, spropositata, che mi ha privato di tutto, e non ho mai trovato soddisfazione nella mia sapienza nera, selvaggia, disperata e disperante. Come l’Heautontimorumenos, mi sono sempre punito, con un lavoro inutile e sfiancante, con la rinuncia per non essere stato capace di raggiungere i miei obiettivi, di realizzare i miei sogni. In tutti i miei fallimenti ho individuato sempre un solo colpevole: me stesso.

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