Sono stato da Cristina quattro volte, se non ricordo male, in quattro giorni diversi, nella luce, la prima volta, nel buio, le successive tre, con il caldo e con il freddo, sotto un cielo stellato, sereno e un cielo coperto, piovoso, indossando una volta il cappotto invernale, un’altra una giacca più leggera, primaverile, una volta dopo aver mangiato a casa, un’altra dopo aver mangiato fuori, un’altra ancora senza aver mangiato affatto, a stomaco vuoto, una volta in perfetta salute, un’altra con l’intestino in subbuglio. Eppure, queste quattro volte, perfettamente distinte, nella mia memoria formano un unico momento. Tra qualche mese non resterà che una vaga reminiscenza. Non so trattenere più nulla, come se fossi saturo oppure troppo stanco.