Spirito e politica non saranno mai conciliabili: l’uno esclude l’altra, e viceversa. Non è corretto pesare lo spirito sulla bilancia della politica, ma è necessario pesare la politica sulla bilancia dello spirito, dunque condannarla e rifiutarla. La politica è interesse, materia, rettorica, cecità morale. Lo spirito è altro, e l’inconciliabilità di questi due ambiti è sottolineata, tra gli altri, da Cristo, che rifiuta il coinvolgimento politico propostogli da Giuda pagando a caro prezzo, con la vita, la sua scelta in favore dello spirito: «A Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio». Sovrapporre spirito e politica, giudicarli sullo stesso piano è un esercizio sofistico inutile, sterile, fine a se stesso, significa naufragare nell’errore.
