Ricordo una frase di Goethe, tratta dal Torquato Tasso, che in giovinezza avevo scelto come motto:
E se nel dolore l’uomo ammutolisce
A me un dio ha concesso di dire quanto soffro.
Con il tempo e l’esperienza ho capito che la capacità di esprimere la propria sofferenza, di darle una forma concreta, tangibile attraverso la scrittura (ma vale per ogni espressione artistica), non è un dono divino, ma una maledizione diabolica. Non c’è esaltazione, non c’è trionfo nell’elaborazione creativa del dolore, ma soltanto altro dolore.
