I taccuini di Tarrou – 166

Amo gli autori che la sofferenza la portano addosso, che non si sono limitati a raccontarla, a rappresentarla, ma l’hanno vissuta, in prima persona, e nelle forme più terribili. Penso a Leopardi, deformato, distrutto nel corpo dalla conoscenza, schiacciato dal nulla; a Dostoevskij, arrestato, imprigionato, condannato a morte e ai lavori forzati; ai folli come Hölderlin, Nietzsche, Campana; ai malati come Baudelaire; ai coerenti feroci come Kierkegaard e Tolstoj; ai suicidi come Kleist, Garšin, Michelstaedter, Pavese. A volte mi sembra che solamente questi scrittori abbiano avuto davvero il diritto di parlare del dolore.

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