I taccuini di Tarrou – 148

Di Cristina mi colpisce, tra le altre cose, la capacità di sorridere, nonostante tutto. Evidentemente il sorriso è una sua caratteristica innata, dunque immune alle contingenze. Ogni volta intravedo in lei una luce particolare, una predisposizione al sacrificio, una gentilezza e una generosità che farebbero bene al mondo. Mi ha detto che gioca alla lotteria, e non tanto per sé, quanto per gli altri: sogna di vincere una grande somma per donare una casa e un lavoro a chi non ce l’ha. Mi ha anche detto che ama gli animali, ma che non li metterebbe mai davanti agli uomini. Trova ingiusto che una persona spenda cifre enormi per il proprio animale domestico quando, con la stessa somma, si potrebbe pagare una stanza a chi è senza casa. Non voglio santificarla, sto solo prendendo atto della sua bellezza, e di come spesso, tra gli ultimi, tra gli emarginati, si trovino gli spiriti più luminosi (solamente un’autentica bellezza morale può farsi largo e risplendere nel fango).

Cristina è vera luce, luce naturale, che illumina le tenebre e riscalda dal freddo, non come quelle luci artificiali che accecano ma non illuminano né riscaldano. Sono passati appena due mesi da quando ha iniziato a fare questo dannato lavoro. Spero che non sia il suo tramonto. Vorrei tanto fare qualcosa perché non lo fosse.

Soltanto ieri sera, durante il nostro terzo incontro, Cristina mi ha permesso di sfiorarle le labbra. So perché è così restia ai miei baci, perché si sottrae ad essi con un’ostinazione testarda: baciarmi significherebbe riconoscere l’esistenza di un rapporto più profondo rispetto a quello di prostituta e cliente, troppo profondo per una donna così orgogliosa, e troppo rischioso. Una donna come Cristina non può fidarsi completamente di un uomo come me, non può legarsi a un cliente. Io so chi sono, so cosa sento, cosa penso, Cristina finora lo ha solamente intuito e non basta. Non basterà mai se continueremo a vederci con queste modalità, anzitutto per fare sesso e non per prendere un caffè insieme oppure fare una passeggiata. Ma so anche che se le proponessi di vederci al di fuori di questo contesto non accetterebbe mai. Cristina è certa di non avere bisogno di nessuno ed è determinata a raggiungere da sola il suo scopo. Un amore le sarebbe d’intralcio.

So che non ricorda il mio nome. Forse perché non vuole ricordarlo, per una sorta di istintivo sistema di autodifesa che la protegge da eventuali, ulteriori delusioni e sofferenze.

Egon Schiele, Donna sdraiata in abito giallo
I taccuini di Tarrou. Un altro anno di resistenza , , , , , , ,

Informazioni su Simone Germini

Classe 1989, dopo il diploma di liceo scientifico mi iscrivo alla facoltà di Lettere presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza, dove mi laureo nel luglio del 2015 con la tesi «Figlie della crisi. I personaggi femminili di Heinrich von Kleist», pubblicata sulla rivista «Le rotte - Il porto di Toledo». Sempre presso lo stesso ateneo, nel settembre del 2017, conseguo la laurea magistrale in Filologia Moderna, con la tesi «Con le parole guerra alle parole. Linguaggio e scrittura in Carlo Michelstaedter». Dal 2012 al 2018 sono stato caporedattore del blog «Freemaninrealworld». Insieme con Lorenzo Pica, Raffaele Rogaia e Marco Zindato ho fondato il sito iMalpensanti.it. Sul blog «Bazzecole» i maldestri tentativi di scrittura creativa. Per info e contatti simonegermini@yahoo.com.

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