Oggi ho fatto l’amore con Cristina, una giovane prostituta romena laureata in psicologia. È in Italia da due mesi, ma parla benissimo l’italiano. Ha studiato la nostra lingua in Grecia, dove è cresciuta e si è laureata. Le ho domandato perché abbia scelto questo lavoro e Cristina mi ha risposto che questo è il modo più rapido per aiutare la sua famiglia, economicamente in grande difficoltà. Cristina è di una bellezza disarmante, ha uno sguardo profondo e luminoso. Assai di rado ho sentito fisicamente e spiritualmente una donna in questo modo: ogni distanza era abbattuta. Ho sentito davvero il suo corpo sul mio, ho sentito davvero il suo calore, la sua pelle, il suo odore, il suo piacere. Siamo diventati davvero, almeno per un momento, una cosa sola. Per mezzora mi sono lasciato tutto alle spalle e ho ritrovato il piacere, perduto da tempo, di fare l’amore. E ho capito, forse per la prima volta, come un uomo possa innamorarsi di una prostituta, e come questo amore possa superare tutti gli altri. Mi è dispiaciuto andare via, lasciarla a qualcun altro, magari una bestia depravata incapace di vedere la sua bellezza, la sua umanità, di rispettarla, di omaggiarla con la gentilezza che merita. Mi è dispiaciuto non poterla portare via con me, non poter risolvere tutti i suoi problemi e riconsegnarla alla libertà.